GDPRPUBBLICAZIONIWhistleblowing“Whistleblowing: una luce nel buio degli illeciti”

15 Febbraio 20240

Premessa

Nel vasto panorama delle dinamiche sociali ed economiche, il whistleblowing emerge come una luce nel buio della corruzione e delle illiceità. Si tratta di un concetto fondamentale che gioca un ruolo cruciale nel mantenere un equilibrio etico e legale nella società.

 

Ma cos’è esattamente il whistleblowing, e quale importanza riveste nel contesto contemporaneo?

Il termine whistleblowing deriva dalla pratica di un arbitro sportivo che fischia un fischietto per segnalare una violazione delle regole durante una partita. In un contesto più ampio, il whistleblowing si riferisce all’atto di segnalare attività illecite, comportamenti scorretti o altre forme di violazione etica all’interno di un’organizzazione o di una comunità. Il whistleblower è colui che, spesso a rischio personale, decide di denunciare pubblicamente o privatamente tali comportamenti, con l’obiettivo di esporre la verità e preservare l’integrità.

L’importanza del whistleblowing nella società moderna risiede nella sua capacità di agire come un meccanismo di controllo interno ed esterno. All’interno delle organizzazioni, i whistleblowers possono infatti svolgere un ruolo chiave nel garantire che le pratiche aziendali siano etiche e conformi alla legge. Essi fungono da custodi dell’integrità, avvertendo le autorità competenti o l’opinione pubblica di attività non-compliant o comportamenti scorretti.

Inoltre, il whistleblowing è essenziale per la trasparenza delle istituzioni pubbliche e private. Rivelare pratiche illecite permette di prevenire e correggere abusi di potere, frodi finanziarie, violazioni dei diritti dei dipendenti e altre forme di comportamenti disonesti che minacciano il tessuto stesso della società. In un’era in cui la fiducia nell’autorità è spesso messa alla prova, il whistleblowing diventa un antidoto fondamentale contro l’opacità e l’abuso di potere. Tuttavia, la decisione di diventare un whistleblower non è mai semplice.

Comporta spesso rischi personali significativi, come il licenziamento, l’ostracismo sociale o addirittura minacce alla sicurezza personale dell’individuo.

La società deve quindi garantire protezioni adeguate a coloro che decidono di parlare, incentivando un ambiente in cui la verità può emergere senza timori di ritorsioni.

 

Le Origini Storiche della Disciplina

La disciplina del Whistleblowing ha radici storiche che risalgono all’antica Roma. Infatti, già nel 331 a.C., durante la celebrazione del primo processo per avvelenamento seriale, possiamo riscontrare fonti che riportavano la pratica del “delatore” come un mestiere formalmente ricompensato per la segnalazione di crimini o appropriazioni indebite al fisco. Rimanendo in Italia, in seguito, anche la Serenissima Repubblica di Venezia implementò il sistema dei “contenitori” dedicati per le denunce, al fine di contrastare le irregolarità dei propri cittadini.

Nel Regno Unito, il Public Interest Disclosure Act del 1998 fu il primo atto normativo a disciplinare il whistleblowing, offrendo ampie protezioni per i dipendenti pubblici e privati che denunciano irregolarità rilevanti.

Spostandoci oltre oceano, negli Stati Uniti, la legislazione sul Whistleblowing ebbe il suo avvio con il Lincoln Act durante la guerra di secessione, ma fu il False Claim Act del 1863 a stabilire le prime forme di protezione dei segnalatori di illeciti. Questa legge rappresentò un punto di svolta, incoraggiando i denuncianti, garantendo loro una percentuale sui recuperi finanziari. Nel corso del tempo, ulteriori atti legislativi come il Lloyd-La Follette Act (1912) e il Whistleblower Protection Act (1989) consolidarono la protezione dei whistleblowers di illeciti nell’ambito governativo.

 

Il Quadro Giuridico Attuale in Italia

Prima del recepimento della Direttiva Europea del 2019, l’Italia aveva già riformulato la disciplina del whistleblowing per i dipendenti pubblici e privati attraverso la Legge 30.11.2017, n. 179. Questa normativa offre protezione a coloro che, avendo segnalato condotte penalmente rilevanti del datore di lavoro, subiscono ritorsioni.

Con il recepimento della Direttiva, l’attenzione si è concentrata sulla prevenzione della corruzione. La nuova normativa mira a promuovere la cultura della legalità e della compliance nelle organizzazioni, allineandosi alle indicazioni delle Istituzioni comunitarie e alle best practices internazionali.

La normativa impone una valutazione accurata della necessità di rinnovare o adeguare il risk assessment e i Modelli organizzativi esistenti. Inoltre, è essenziale implementare programmi di formazione per i dipendenti e collaboratori al fine di comprendere appieno la nuova normativa e prevenire segnalazioni non pertinenti secondo i dettami di legge.

 

Il Ruolo Cruciale dei Whistleblowers: Difesa Legale e Responsabilità Pubblica

Per cercare di dare chiarezza alla definizione di “whistleblower”, secondo quanto riportato da “The Economic Times“, il termine si riferisce a un individuo, spesso un dipendente aziendale o governativo, il quale divulga informazioni al pubblico o a un’autorità superiore riguardo a comportamenti scorretti, quali frodi o corruzione.

Sebbene questa pratica sia spesso associata a fatti riscontrati sul luogo di lavoro, è importante sottolineare che non si tratta sempre di situazioni così circoscritte. A tal proposito, la natura del fatto contra legem segnalato deve necessariamente investire l’interesse pubblico, incidendo direttamente su altri individui, come ad esempio il pubblico in generale. Il whistleblower, in questo contesto, assume un ruolo di guardiano della legalità e del bene comune: agisce quindi per la comunità.

Come già detto in precedenza, è fondamentale comprendere che la legge offre una necessaria protezione ai whistleblowers: essi non dovrebbero subire trattamenti ingiusti o temere la perdita del proprio impiego a causa della loro “blow the whistle”. Questo aspetto è cruciale per incoraggiare la segnalazione di comportamenti illeciti, contribuendo così a mantenere un ambiente lavorativo etico e trasparente.

Il whistleblower non solo è testimone di un comportamento scorretto, ma si erge a difensore della giustizia sociale e della trasparenza nell’ambito lavorativo.

L’importanza del Whistleblower nella Lotta contro la Corruzione

Secondo ricerche condotte dal National Whistleblower Center (NWC), i whistleblowers costituiscono la fonte più efficace per individuare illeciti che altrimenti rimarrebbero inosservati. Il contributo di questi soggetti segnalanti, evidenziato in uno studio del 2007 da PricewaterhouseCoopers, dimostra che i whistleblowers hanno superato gli auditor professionali nel rilevare attività fraudolente, con una percentuale del 43% rispetto al 19%.

Le leggi a tutela dei whistleblowers, essenziali per garantire la loro collaborazione, stanno progressivamente evolvendo a livello globale. Gli Stati Uniti si collocano al vertice di questa promulgazione globale, grazie a leggi robuste come il False Claims Act e il Dodd-Frank Act: normative che non solo proteggono i whistleblowers, ma consentono loro di segnalare fatti a organi statunitensi anche al di fuori del paese.

Altrettanto significative sono le testimonianze di successo al di fuori degli Stati Uniti. In Corea del Sud, il canale di whistleblowers creato dall’Anti-Corruption and Civil Rights Commission ha contribuito al recupero di 265 milioni di dollari. In Canada, dove i whistleblowers sono incentivati a segnalare evasioni fiscali internazionali, il governo ha riscosso 19 milioni di dollari nel solo anno fiscale 2018-2019.

Le rivelazioni dei whistleblowers non solo portano a recuperi finanziari significativi, ma hanno anche un impatto deterrente sui comportamenti illeciti, a questo riguardo il professor Dennis J. Ventry sottolinea che “le segnalazioni dei whistleblower aumentano la probabilità di rilevamento e sanzioni, fungendo da deterrente contro la non conformità”.

Ma la lotta dei whistleblowers si sta combattendo anche in Italia, infatti nell’agosto del 2023 è stata emessa la prima ordinanza a favore di un whistleblower, segnando un significativo passo avanti nella tutela di coloro che segnalano pratiche illecite sul posto di lavoro. La sezione lavoro del Tribunale di Milano ha deciso il reintegro di un dipendente di ATM Milano, il quale aveva denunciato un caso di clonazione di biglietti nel 2017. La sua storia è stata approfondita in dettaglio in articoli come “Denuncia le ruberie in azienda e viene licenziato: il tribunale gli dà ragione e sconfessa l’ATM di Milano” su L’Espresso e “Licenziato tre volte da ATM, tre volte reintegrato: aveva denunciato i colleghi ‘furbetti'” su MilanoToday.

L’importanza di questa ordinanza è stata enfatizzata dall’avvocato difensore Domenico Tambasco: questo provvedimento cautelare d’urgenza rappresenta un punto di svolta, essendo il primo emesso a favore di un whistleblower in Italia.

È interessante notare che, nonostante il fatto sia avvenuto dopo l’entrata in vigore del D.Lgs. 24/2023 a marzo 2023, questa nuova normativa in materia di whistleblowing non è stata applicata. Il decreto legislativo n.24/2023 costituisce la normativa di attuazione della Direttiva Europea n.1937/2019, sostituendo le disposizioni precedenti della legge n.179/2017 per il settore pubblico e del decreto legislativo n. 231/2001 per il settore privato.

Il 15 luglio 2023 ha segnato il consolidamento del primo termine di efficacia delle nuove disposizioni, obbligando tutti i soggetti del settore pubblico e una significativa parte del settore privato a conformarsi alla normativa. Il 17 dicembre, anche gli enti del settore privato con una media fino a 249 lavoratori sono tenuti a istituire canali di segnalazione interna.

Queste nuove disposizioni rappresentano finalmente un rinforzo della tutela dei whistleblowers. Troppo spesso, essi hanno dovuto affrontare sfide immense, sia personali che professionali, per avere il coraggio di parlare e portare avanti la loro segnalazione.

Nel vasto panorama delle questioni etiche e legali legate al whistleblowing, emergono dibattiti accesi su doveri, diritti e la sottile linea tra la giustizia e il possibile stigmatizzare il segnalante che possiamo cercare di illustrare di seguito brevemente.

 

Pro e Contro

Il whistleblowing è innegabilmente una spada a doppio taglio, con implicazioni profonde sia dal punto di vista etico che giuridico. Da un lato, rivela informazioni cruciali per il perseguimento della giustizia e la promozione di un ambiente lavorativo etico. Dall’altro, il whistleblower rischia come già osservato di essere ostracizzato, definito “spia” o “traditore”, generando un clima di diffidenza e sfiducia.

 

Obblighi dei Datori di Lavoro

 

L’obbligo dei datori di lavoro di predisporre canali di segnalazione è un passo importante verso la trasparenza e la responsabilità. Tuttavia, la gestione di tali canali richiede una delicatezza particolare. La tutela dell’anonimato è cruciale, e il rispetto dei tempi di risposta è essenziale per garantire che il whistleblower non venga abbandonato in un limbo di incertezza.

 

Informativa ai Dipendenti

La transparency è il pilastro fondamentale per un whistleblowing efficace. Informare chiaramente i dipendenti sui canali disponibili e sui passi da seguire per effettuare segnalazioni è un dovere. Questa informazione deve essere facilmente accessibile, promuovendo una cultura aziendale aperta e responsabile.

 

Whistleblowing, Mobbing e Privacy

La delicata bilancia tra la segnalazione di illeciti e la protezione della privacy dei segnalanti richiede un approccio ponderato. L’evitare di accogliere segnalazioni basate su interessi personali è fondamentale, ma allo stesso tempo, è essenziale affrontare potenziali casi di mobbing con la debita attenzione. La tutela della privacy del segnalante è sacrosanta, e il consenso deve essere ottenuto prima di rivelare la sua identità.

Quindi il whistleblowing, spesso considerato un atto di coraggio, può illuminare l’oscurità dell’illegalità, ma richiede un equilibrio attento tra il perseguimento della verità e la protezione dei diritti individuali. In un mondo sempre più interconnesso, dove l’etica è messa alla prova, il whistleblowing emerge come una forza catalizzatrice per la trasparenza e la giustizia.

Con l’emanazione del Decreto Legislativo n. 24 del 2023 in materia di whistleblowing (DLWB), si è proceduto al recepimento, seppur con un certo ritardo rispetto al termine fissato al 17 dicembre 2021, della Direttiva UE 1937/2019 (UEWB). Tale decreto disciplina quanto individuato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) come un “diritto fondamentale, riconosciuto a livello internazionale, estensione del diritto di libertà di espressione”.

Il Decreto Legislativo n. 24 del 2023 sul whistleblowing (DLWB) ha introdotto quattro canali di segnalazione in conformità alla normativa europea. Tali canali includono quello interno, quello esterno (gestito dall’ANAC), la divulgazione pubblica ed infine la denuncia all’Autorità giudiziaria o contabile.

L’obbligo per le organizzazioni di attivare il canale interno si estende all’intero settore pubblico e al settore privato, soprattutto per enti con almeno 50 dipendenti, ma solo se applicano un modello di organizzazione e gestione ex D.lgs. 231/2001. La normativa, sia europea che italiana, identifica una vasta gamma di figure soggette alla protezione del whistleblowing (art. 3 DLWB), che variano a seconda del settore e delle dimensioni dell’organizzazione.

Per quanto riguarda i canali di segnalazione, l’applicazione varia a seconda del settore e delle dimensioni dell’organizzazione, come indicato dalle Linee guida dell’ANAC del luglio 2023. Le Linee guida dell’ANAC sottolineano le difficoltà applicative del decreto e chiariscono che, se un’organizzazione non è obbligata ad attivare il canale interno, la persona che segnala all’ANAC non può essere considerata un whistleblower, perdendo così la tutela del DLWB.

La questione solleva interrogativi pratici sulla conoscenza del numero di dipendenti delle imprese e sulla procedura nel caso di segnalazioni esterne da parte di imprese non soggette all’obbligo del canale interno.

La problematica si collega anche alla privacy, poiché i lavoratori delle imprese con meno di 50 dipendenti che intendono segnalare potrebbero trovarsi in una posizione di vulnerabilità rispetto alle tutele della privacy previste per i whistleblowers. Infine, considerando i rischi potenziali e la necessità di un’interpretazione autentica del DLWB, è fondamentale affrontare le sfide pratiche ed etiche connesse al whistleblowing, considerando anche l’armonizzazione delle legislazioni nazionali a livello europeo ed internazionale.

Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, adottare un sistema di questo tipo offre diversi vantaggi. Innanzitutto, incoraggia i dipendenti a segnalare comportamenti illeciti, promuovendo un ambiente di lavoro etico. Inoltre, contribuisce a potenziare la sicurezza complessiva dell’organizzazione. Un elemento cruciale per le aziende, al fine di attirare e trattenere talenti, è il rinforzo dell’immagine del brand tra i lavoratori e tutti gli stakeholders.

Il whistleblowing è quindi un elemento chiave nella costruzione di una società etica, trasparente e responsabile. Riconoscere e sostenere i whistleblowers è fondamentale per preservare i valori fondamentali della giustizia, dell’equità e dell’integrità, contribuendo così a un futuro in cui la corruzione possa essere affrontata con determinazione e le istituzioni siano veramente al servizio del bene comune.

 

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