In un mondo dove la pubblicazione delle immagini e video è ormai un gesto quotidiano, per non incorrere in situazioni spiacevoli per sé stessi e per altri, prima di mettere in rete le immagini scelte, dobbiamo chiederci se il trattamento che stiamo effettuando è legittimo e se abbiamo fatto le giuste valutazioni del caso.
“Vorrei ma non posto” cantavano Fedez e J-Ax in un noto tormentone estivo di qualche anno fa, raccontando la prassi comune di pubblicare sui social le più disparate foto di sé stessi o di terzi, troppo spesso senza farsi le giuste domande, guardando a Facebook, Instagram e altre piattaforme in voga al momento, come dei contenitori presenti in rete, dove trovandosi di tutto, tutto è permesso. Ma è realmente così?
Assolutamente no!
Spesso sfugge il concetto che, ai sensi della normativa privacy europea e nazionale vigente, se ritraggono persone identificate o identificabili,
le fotografie sono veri e propri dati personali
La pubblicazione delle stesse deve necessariamente avvenire seguendo alcune regole e nel rispetto di alcune disposizioni normative civilistiche e penalistiche.
Dobbiamo scindere il piano dell’opportunità dal piano del dovere. Se è vero che (rimanendo in tema musicale) “come faranno i figli a prenderci sul serio con le prove che negli anni abbiamo lasciato su Facebook” è un problema personale del soggetto che posta le proprie foto (gli effetti dell’immagine che volontariamente postiamo sono responsabilità personale dell’autore del post stesso, non imputabili ad altri), è altrettanto vero che, se pubblichiamo immagini di terzi dobbiamo fermarci e porci le seguenti domande:
- L’immagine può ledere in qualche modo la libertà e la reputazione del soggetto ritratto?
- E soprattutto: dispongo del consenso del soggetto raffigurato a postare la suddetta immagine?
Domande che se ad alcuni possono apparire scontate, non lo sono per nulla in fase di contestazione, denuncia o richiesta di risarcimento per i danni arrecati da un’immagine postata senza consenso.
Non basta infatti che il soggetto sia un abituale utilizzatore del social interessato o abbia già postato in passato egli stesso delle sue fotografie:
ogni immagine di terzi che pubblichiamo, deve avere il consenso alla pubblicazione del soggetto ritratto, o dei genitori, se si tratta di un minore.
“Ma quella persona ha fatto la foto con me e sa che io uso Instagram!”: è una circostanza che non basta a giustificare la pubblicazione di una foto. Nonostante il pensiero di molti, lo scattare una foto ed il postarla, sono due trattamenti diversi e assolutamente non collegati, a meno che l’intenzione non sia stata dichiarata chiaramente al momento dello scatto: “Dai facciamoci un selfie che lo metto su Facebook!” o ad esempio, se ad un evento ci sono dei cartelli con scritto: “In sala saranno presenti fotografi ufficiali, gli organizzatori dell’evento avrebbero piacere di documentare la serata postando le foto scattate sui social network aziendali”. In quel caso, nonostante il consenso sia sempre revocabile (io posso in qualsiasi momento chiedere di cancellare/rimuovere – ove possibile – quell’immagine), il mettersi in posa e farsi scattare la fotografia, è una azione positiva, libera, specifica, informata e inequivocabile, espressione del consenso: sto posando per quella foto, so che la foto scattata sarà pubblicata, ergo do il mio consenso alla pubblicazione.
Il Team Renorm si associa quindi ai suggerimenti del Garante, che ha di recente ripubblicato sulla sua pagina web un vademecum per la messa online delle immagini, consigliando di:
- Pubblicare immagini di altre persone solo con il loro consenso. Le persone ritratte potrebbero non voler apparire online o sentirsi in imbarazzo.
- Riflettere bene prima di postare online foto o filmati. Potrebbe poi essere molto difficile eliminarli, soprattutto se qualcuno li ha copiati, condivisi, o diffusi su altri siti o social network.
- Controllare chi può vedere le immagini. I principali social network consentono di scegliere se foto e immagini che pubblichi saranno visibili a tutti o solo a liste di persone scelte da te.
- Controllare i tag di foto e video con il tuo nome associato. Alcuni social network consentono eventualmente di applicare scelte come: 1) bloccare l’inserimento di tag con il tuo nome nelle immagini postate da altre persone 2) autorizzare solo alcune persone a taggare le immagini con il tuo nome 3) ricevere un messaggio di avviso se qualcuno collega il tuo nome ad un’immagine, in modo che tu possa approvare o rifiutare il tag. Molte app inoltre richiedono l’accesso alle foto o ai filmati presenti nella galleria di smartphone o tablet Prima di autorizzare l’accesso, cercare di capire a quale scopo potrebbero essere utilizzate o diffuse le tue immagini.
Link immagine: https://www.consumatori.it/wp-content/uploads/2019/08/UNC-spiaggia-libera.jpg
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